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Positiva da sempre… testimonianza e U=U
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- essere di esempio di forza per quelli come me. Sentitevi eroi perché lo siamo. E questo ci fa “volare” in forza dieci spanne rispetto agli altri. Peccato non poterlo dire. Le persone vicino a me non sanno e per molto altro mi hanno sempre manifestato appoggio per come sono , chi sono, la forza che ho per affrontare quello che vivo ogni giorno ( e nemmeno sanno dell’hiv) .
- Avviare una discussioni utile ed efficace sulle risposte al U=U . Ho avuto esperienze e rapporti sentimentali sempre a breve durata e occasionali perché ciò mi ha sempre consentito di non affrontare il momento di dichiarare il mio stato. Sono sempre stata forte da sola in buona compagnia. Da parecchio tempo sono con virus non rilevabile. Ho saputo quasi per caso della formula non rilevabile e non trasmissibile confermata dal mio infettivologo con il quale mi sto confrontando. Anche se in un equilibrio delicato la mia vita è sempre andata avanti senza una persona al mio fianco. Questa conoscenza mi sta facendo aprire anche alla voglia di lasciarmi andare in rapporti sessuali naturali senza protezioni in forza di un sogno che sia realmente perseguibile la strada U=U .
- esiste una normativa che tutela gli u=u ad avere rapporti non protetti?
- Sono donna u=u: posso ricevere e fare sesso orale non protetto senza mettere in pericolo il mio partner?
- Posso davvero praticare sesso non protetto in qualità di u=u senza comunicare il mio stato al partner e senza metterlo in pericolo? Anche nel caso di ferite in bocca?
- Sul sito del ministero della salute si definisce u=u ma esiste una dichiarazione chiara e precisa che sancisce che non si corre pericolo?
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- MONZA 71
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Proverò a riparlarne, ma stavo cercando una normativa che ci tutela e non la trovo.
Dove posso secondo te contattare un infettivologo quindi medico ( magari in questa associazione ) con cui possa avere un confronto e risposte certe senza giri di parole e senza ipotesi di casistiche.
Stando a quanto leggo in questi forum / internet Emerge quindi che anche in caso di scambio di sangue vivo diretto non si corra alcun rischio.
Parliamo davvero di rischio reale pari a zero? Perché sul sito del ministero non è esposto in questo modo chiaro?
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- MONZA 71
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qui puoi trovare una pagina in cui abbiamo cercato di spiegare in modo semplice e comprensibile il ruolo delle terapie nella prevenzione e il percorso di studi e ricerche che ha portato all’evidenza U=U: Se l’HIV non è rilevabile, non è trasmissibile
È vero che in Italia queste informazioni non sono ancora sufficientemente diffuse, ma certamente esistono dei documenti ufficiali. Nel 2019 si è tenuta a Roma, presso il Ministero della Salute, la Conferenza di Consenso Italiana su U=U: l’incontro è stato promosso da SIMIT (Società di Malattie Infettive e Tropicali) e ICAR (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research) e dalle associazioni di lotta all’HIV proprio per lanciare un documento di consenso nazionale sulla validità del concetto che una persona con HIV, in terapia da almeno sei mesi e con carica virale non rilevabile, non può trasmettere il virus ai/alle partner. La LILA - prima associazione italiana ad aderire alla campagna internazionale U=U e a diffonderne i contenuti con la campagna di comunicazione Noi possiamo – si è battuta per anni per il riconoscimento ufficiale di questo principio nel nostro paese, ed è stata tra i promotori della Conferenza che ha segnato un passo storico anche nel nostro paese. Le principali comunità scientifiche italiane di studio e ricerca sull’HIV, riunite con associazioni e community, hanno riconosciuto ufficialmente la validità di questo principio e SIMIT ha poi predisposto un corposo documento di consenso che elenca le fattispecie di rischio/evidenza. Qui puoi trovare il documento ufficiale: Conferenza di Consenso Italiana su U=U
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