Rivelarlo ai chirurghi?

Salute a tutti, dovrò avere un intervento cardiochirurgico (probabilmente un'angioplastica) a giorni e al cardiologo non ho (ancora?) parlato dell'infezione benedetta. Sono non rilevabile dal 2006 e in reparto day hospital dove mi seguono per il virus una dottoressa mi ha detto che la legge mi consente di non rivelare il mio stato di sieropositività a nessuno. Qualcuno conosce i riferimenti normativi alla base di questo entusiasmante diritto al segreto e se davvero si applica anche ai chirurghi? E 2: in ogni caso, non mi faranno anche il test dell'HIV obbligatorio di routine prima di infilarmi sonde varie o di aprirmi? Grazie a chi vorrà darmi un'opinione e ancor più a chi potrà fornirmi un'info a riguardo e un incoraggiamento.

Ciao Hope80, ti rispondo per quanto riguarda l'opinione (non per la questione legislativa per la quale lascio la parola a chi ne sa qualcosa): io dico sempre tutto a tutti i dottori con cui ho a che fare per qualsiasi cosa. Non tanto perché sia loro diritto saperlo o perché ommioddio magari poi gli schizza il mio sangue in un occhio o cosa (dovrebbero comunque starci attenti loro e mantenere i più alti standard igienici), ma perché voglio che sappiano esattamente qual è la mia condizione per poter operare/consigliare/etc. al meglio. Soprattutto perché prendiamo medicine che possono interagire negativamente con altre. Insomma, lo faccio per me.

Io ho appena fatto un intervento di stapedotomia (orecchio) in un ospedale pubblico ed ho informato il chirurgo scrivendolo sul formulario da compilare pre operatorio il fatto che io sia hiv positivo, in terapia e tutto e' filato liscio senza intoppi. Ho elencato anche mie altre patologie .E' vietato discriminare una persona hiv positiva , negli ospedali pubblici , non c'e' nessun problema .

Ps . Se un medico apre la tua scheda personale su pc vede subito che sei hiv positivo, ne ho avuto prova a visita diabetologica col pc del medico rivolto verso di me ho visto chiaramente scritto hiv positivo assieme alle altre patologie di cui sono affetto , dunque se non lo dici lo vengono a scoprire lo stesso. Meglio dirlo .

Vi ringrazio tutti per le risposte. Poi ho scelto di non rivelarlo. La mia paura principale è di poter anche solo leggere sul volto dei medici o degli infermieri una manifestazione di preoccupazione o di discriminazione. So che è un mio problema e so che desidero rispettarlo. Ho saputo che la legge mi consente di non rivelarlo. Quanto all'informazione automatica sullo stato sierologico, credo che dipenda dai sistemi informatici della specifica regione. Sul mio c'è la scelta di condividere o meno, con i medici che mi prendono in carico, informazioni cliniche pregresse ed esenzioni tramite piattaforma. Evviva la libertà, evviva la privacy, evviva la possibilità di difendersi dall'ignoranza clinica o relazionale degli operatori

Ciao. Rispetto la tua scelta e opinione. Tuttavia, la cosa che trovo assurdo, è che la paura x un ossibile giudizio o discriminazione non dovrebbe neanche esistere. Mi spiego meglio, posso anche capire la " paura" data da poca informazione e ignoranza sulla tematica da parte di una persona " normale", ma da un medico, indipendentemente dal tipo di medico non dovrebbe esistere.Prere personale.

Con la viremia azzerata non c'e' alcun pericolo di contagio , quoto Lillie e Felix 86.

Per me è fuori discussione dirlo in ambito medico, poiché devono tenere conto anche della condizione hiv+ (come per le eventuali terapie concomitanti. Con ogni tipo di specialista medico mai avute discriminazioni (in 18 anni).

La paura è sempre qualcosa di irrazionale. È irrazionale credere che tutti i sanitari possano mostrarsi giudicanti o terrorizzati o che possano negarti una visita solo perché due volte mi sono successe queste cose, però in un momento così delicato e difficile come un'operazione al cuore, non volevo altre complicazioni emotive magari causate dalla stupidità, dalla paura o dall'incapacità relazionale di qualcuno.

Io lo dico ai medici, ma non mi va di dirlo ai 4 venti , me lo tengo per me , quando mi sono accettato io, non serve che mi accettino gli altri.

Se dovessi andare dal dentista , penso proprio di non dirlo, essendo privato , il dentista puo' sempre rifiutarsi di curarti , non mi sento tutelato , come invece lo sono in un ospedale pubblico.

Quattordici anni fa, dissi ad un dentista di essere hiv positivo, il quale si rifiuto' di curarmi , facendo la mossa di indirizzarmi a un dentista del servizio sanitario pubblico, davvero patetico....